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Quando un genitore attiva tendenze iperprotettive e propense al controllo, siamo in presenza del “genitore elicottero”, così come viene definito dal mondo anglosassone. Questi comportamenti estremamente apprensivi nei riguardo dei propri figli provocano nei bambini e/o adolescenti atteggiamenti che nel tempo comprometteranno la loro capacità di sostenere ed affrontare situazioni stressanti o problematiche.

I genitori elicottero sono coloro che vivono di preoccupazioni, reali o paventate, in merito ai pericoli in cui i propri figli possono incorrere. Questo istinto, unito a quello naturale di protezione, innesca un circuito nel quale il bambino smette di apprendere i concetti di pericolo e di superamento degli ostacoli. L’atteggiamento infatti è quello di intervenire in maniera ultra-preventiva per risolvere problemi potenziali che ancora devono avvenire.

Secondo la rivista Developmental Psychology gli “Helicopter parents” sono:

gruppo di genitori talmente vicini e presenti in ogni momento della vita dei propri figli da mettere a rischio le capacità dei bambini di gestire le emozioni, con effetti negativi e depressivi anche sulle loro prestazioni scolastiche. È come se questi genitori volassero continuamente sopra i loro figli aiutandoli a risolvere problemi prima ancora che si presentino e prendendo tutte le decisioni al posto loro.”

Proprio questo atteggiamento di eccessiva presenza nella loro vita e nelle loro scelte, provoca nei figli lo sviluppo di personalità insicure, poco stabili o dispotiche.

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Lo studio condotto sui Genitori Elicottero

Un recente studio, che ha coinvolto 422 bambini in una serie di esperimenti all’età di 2, 5 e 8 anni di età, ha cercato di individuare quale fosse la “linea rossa” di confine tra un genitore normalmente apprensivo ed uno eccessivamente presente nella vita del proprio figlio.

“Lo studio mostra una connessione tra ciò che chiamano “genitori elicottero” e problemi di crescita nei bambini, ma non si può affermare che i genitori ne siano la causa, I genitori non devono quindi sentirsi colpevoli o giudicati. Ciò che è veramente importante è che si interessino di ciò che i loro figli stanno facendo e stanno imparando”.

Janet Goodal, autrice ed esperta di relazioni genitoriali.

Il punto fermo rimane però l’innegabile tossicità di un rapporto fondato sull’eccessiva preoccupazione da parte dei genitori, che trasforma il regolare rapporto genitore/figlio in cui i concetti di fiducia, autosufficienza e indipendenza vengono messi a dura prova, invece di essere gli elementi portanti per la costituzione di un età adulta sana e realizzata.

La soluzione è il rispetto all’indipendenza

Alla luce di quanto detto il rischio è quello di crescere figli non resilienti. Per far questo bisogna rivolgersi ai genitori, ribadendo il concetto della necessità di avere un approccio verso i figli che sia premuroso ma che non sia apprensivo o ansiogeno. Stimolare il proprio figlio, bambino o adolescente, a comportamenti che stimolino il loro senso di responsabilità facendoli affacciare alla libertà di potersi interfacciare con i propri errori e paure. Tutte emozioni che se lasciate esprimere liberamente costituiranno l’armatura in grado di rafforzare la personalità grazie alle esperienze vissute, comprese quelle sbagliate.

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